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Io sono socio, e tu? La Croce rossa sa affrontare le emergenze sanitarie, ma anche quelle economiche. E lo fa non solo con uno slogan, ma anche con una campagna promozionale che sprona i mortaresi a sostenere il Comitato locale di Mortara.
La missione è quella di risollevare un bilancio che, per il terzo anno consecutivo, chiude con il segno meno. Ci saranno banchetti informativi e un gazebo al mercato proprio per promuovere il comitato e per raccogliere eventuali oblazioni. La settimana scorsa, su queste pagine, era stata data voce al grido d’allarme del Cri mortarese. Nei sette giorni successivi qualcosa ha iniziato a muoversi.
Nel fine settimana l’Associazione nazionale carabinieri di Mortara ha donato prodotti sanificanti, come già da tempo accade grazie ad una collaborazione legata al progetto "Mortara cardioprotetta". Altri cittadini si sono fatti avanti. E' un inizio. Ma la strada è lunga.
“Ci troviamo in un momento di estrema difficoltà economica – spiega il presidente della Cri di viale Capettini, Umberto Fosterni – e abbiamo bisogno di tutti per poter evitare la chiusura del nostro comitato. Saremo presenti al mercato e in occasione di tutte le principali manifestazioni pubbliche con un nostro banchetto. Al nostro gazebo, per chi volesse sostenerci, c’è la possibilità di diventare soci. La tessera associativa costa solo 20 euro all’anno, ma rappresenta un piccolo gesto che può dare una grande amano a tutto il comitato”.
Con la tessera si accede anche al diritto ad alcuni sconti in diverse attività della città di Mortara.
“Cogliamo l’occasione per chiedere ai commercianti - aggiunge Umberto Fosterni - che ancora non hanno aderito alla convenzione di sostenerci anche attraverso questo accordo”. L’autonomia economica dei comitati locali è iniziata nel 2014 con la privatizzazione della Croce rossa. Oggi la Croce rossa mortarese è un’associazione privata con 13 dipendenti e 215 volontari. Di questi, solo una quarantina sono attivi anche per i viaggi del 118 e non solo per il trasporto sanitario semplice.
“La nostra perdita annua è intorno a 30mila euro – spiega Umberto – se su una popolazione a noi affidata di circa 25mila persone si tesserassero 1.500 persone, incasseremmo 30mila euro. I mille e 500 tesserati non è un dato così impossibile. Rappresenterebbe solo il 6 per cento della popolazione, ma per noi vorrebbe dire raggiungere quasi il pareggio. Poi se ci saranno altri aiuti potremmo guardare al futuro con un po’ più di ottimismo. Ringrazio per la mobilitazione che si sta muovendo. Alcuni cittadini hanno chiesto il nostro Iban per effettuare versamenti direttamente sul nostro conto corrente”.

Luca Degrandi