Confartigianato, premi ai fedelissimi e il futuro è...grigio: consumi in calo e il credito resta per pochi
Il ritratto del mondo del lavoro tracciato nelle tinte dei chiaroscuri: tra consumi e difficoltà di accesso al credito, tra investimenti e tassi di interesse. Domenica scorsa, 22 ottobre, in Borsa merci si è svolta la “tavola rotonda” organizzata da Confartigianato. A confrontarsi: Davide Galli, vicepresidente Confartigianato Lombardia, Giovanni Merlino, commissario straordinario Cciaa Pavia, Marco Campomenosi, eurodeputato leghista, Andrea Uselli, professore di Economia all’università dell’Insubria, Andrea Bianchi, direttore ConfidiSystema, Luigi Grechi presidente di Confartigianato Lomellina. Ad aprire la mattinata i saluti del sindaco di Mortara Ettore Gerosa.
Dopo di lui è intervenuto il consigliere regionale Andrea Sala e l’eurodeputato Angelo Ciocca. In seguito sono stati consegnati i premi per la “Fedeltà al lavoro artigiano” a 15 imprenditori del territorio. Confartigianato Lomellina ha gratificato gli “stacanovisti” lomellini che hanno compiuto i trent’anni di attività. Tra questi il mortarese Emanuele Borghi, parrucchiere per uomo dal 1993, che ha ereditato “arte e bottega” dal padre Ferdinando, per tutti Ferdi. Emanuele Borghi aveva iniziato affiancando il padre nel 1981, diventando maestro di taglio nel 1989, mentre nel 1993 diventa titolare di “Punto uomo”, in via XX settembre. Ma tra le eccellenze applaudite in Borsa merci c’è stata anche un astro nascente che ha tutto il futuro davanti a sé: si tratta di Martina Viola, studentessa della classe quarta A dell’Istituto “Ciro Pollini” di Mortara, indirizzo agrario, alla quale è stata consegnata la Borsa di studio “Angela Picchi”. La cerimonia è stata l’occasione per ragionare con gli esperti sul tema caldo del momento, quello del credito. “È sempre più evidente – ha detto nel corso della mattinata, nel suo intervento, Luigi Grechi, presidente di Confartigianato Lomellina – che il capitale umano stia diventando sempre più raro. Entro il 2030 l’Italia vedrà una riduzione di circa 2 milioni di lavoratori poco qualificati. Non ci sono abbastanza persone per sostituire chi va in pensione. Dobbiamo gestire l’inverno demografico e dobbiamo farlo rapidamente. Non possiamo sbagliare, da qui ai prossimi anni. Ci sono due guerre in corso una delle quali cela ancora una serie di incognite. Per ridurre l’inflazione alle stelle la Bce ha alzato i tassi di interessi riportandoli a livelli che non si vedevano da anni. Io stesso devo tornare agli anni Novanta per ritrovare simili valori e per ricordare che è proprio in quegli anni che si sono consolidati i confidi, poiché la funzione delle nostre associazioni è quella di fornire risposte ai bisogni delle imprese. Tocca prendere atto – ha concluso Luigi Grechi – che negli ultimi anni, al contrario delle aspettative, non c’è stata l’auspicata centralità delle imprese nelle strategie economiche statali. Abbiamo avuto sì, brandelli di aiuti, ma non sufficientemente efficaci. È mancata una politica industriale strutturale, surrogata da una strategia dei bonus che spesso ha semplicemente drogato il mercato”.
A tenere banco è stato anche il tema dell’accesso al credito, soprattutto per le Pmi. L’inflazione sta mietendo vittime, ma i veri risultati si vedranno soltanto nei bilanci 2023.
Già lo scorso anno le imprese avevano registrato aumenti legati alle materie prime e ai costi energetici superiori al 20 per cento. La luce in fondo al tunnel sembra essere ancora lontana, secondo il professor Andrea Uselli la situazione potrebbe normalizzarsi a partire dal 2025. Secondo Davide Galli è la visione generale dell’Unione Europea a demotivare chi vuole investire.
“Dieci anni a tasso zero – ha aggiunto Merlino – non hanno fatto bene. Oggi paghiamo anche queste scelte. Siamo penalizzati dalle guerre, dai costi energetici”. Bianchi ha infine chiarito “di essere vicini alle imprese. A differenza delle banche, abbiamo approfittato per riversare gli utili sul territorio”.
Poi si è parlato di green, altro argomento che genera polemiche. Secondo Campomenosi: “Aumentano i costi per chi produce con un certo impatto ambientale. Le banche ricevono indicazioni di agevolare solo un’idea particolare di impresa e non l’impresa in generale. Viene favorito il discorso della transizione ecologica”.
Luca Degrandi