La missione è quella di salvare il “museo che non c’è”. Infatti la grande stanza al piano terra di palazzo Lateranense non basta per dare una degna collocazione a tutto il materiale conservato dall’associazione Amici del museo Amico e Amelio. Un problema che rischia di compromettere il patrimonio storico raccolto nel tempo. Così la nuova amministrazione ha deciso di intervenire, pensando anche a una nuova sede presso palazzo del Moro. Nei giorni scorsi l’assessore alla cultura Pierangela Salsa ha incontrato Italo Rivolta, presidente dell’associazione, e avviato i primi passi per compiere il lungo percorso necessario per trovare una “casa” agli oggetti di pregio accumulati nel corso degli anni. Una casa che dovrebbe anche essere accessibile e aperta a tutti i cittadini. “Grazie alla disponibilità dimostrata da Italo Rivolta - racconta l’assessore – ho avuto modo di prendere visione delle opere conservate all’interno dei locali di palazzo Lateranense. C’è veramente moltissimo materiale, con diversi pezzi di grande pregio come un un prezioso violocello Testori del 1746 e un basso armonico che necessita di un intervento di restauro. Purtroppo gli spazi sono troppo angusti e non sono adatti per conservare degnamente tutto quanto. Purtroppo la collocazione infelice impedisce che tutto venga disposto in ordine secondo un criterio omogeneo”. Il primo passo che l’amministrazione ha intenzione di compiere è quello di portare a termine una nuova catalogazione delle opere conservate. Un passaggio necessario per identificare le opere di reale pregio e separarle da quelle che hanno solo un’importanza legata al vissuto cittadino. In questo fase sarà determinante il contributo di un esperto del settore, Paolo Arduini, che è già in contatto con l’assessore competente. Solo dopo sarebbe possibile valorizzare i reperti restituendo alla cittadinanza la possibilità di visitare la raccolta. “Non è possibile parlare di museo – precisa Pierangela Salsa, però è mia intenzione costituire una raccolta storica di materiale di pregi che sia visitabile dai cittadini e che possa anche diventare la meta di gite scolastiche. Per riuscirci è necessario compiere anche un passo ulteriore, cioè trovare una sede adeguata”. Tra le ipotesi più accreditata c’è quella di riportare gli oggetti presso i locali di palazzo del Moro”.Luca Degrand