La torre idrica più antica della città ora è anche la “più bella” grazie ad un lavoro di restauro durato oltre 8 mesi. L’impianto di via Marsala a circa 90 anni dalla sua realizzazione, è stato oggetto di un intervento da 254mila euro che lo ha reso a “prova di terremoto”. Lo scopo principale del progetto era ovviamente quello di ripristinare le parti ammalorate della torre. Ma l’investimento promosso da AsMare, con i lavori iniziati nel luglio del 2021 e conclusi nelle scorse settimane, è andato ben oltre alla messa in sicurezza di un manufatto che tradiva tutto il peso del tempo. L’immobile è infatti soggetto alla tutela della Belle Arti. Così una particolare attenzione è stata riposta nella coerenza storica delle scelte cromatiche. Inoltre all’interno della struttura è stata anche creata un’aula didattica. Un vero e proprio piccolo laboratorio dove è possibile mostrare una simulazione del processo di potabilizzazione dell’acqua. Un modo per restituire ai cittadini che appartiene a tutti i mortaresi. I dettagli dell’opera sono stati poi illustrati nella mattinata di venerdì scorso, 20 maggio, da Massimiliano Lombardi (geometra rappresentante della Sinergie Srl, ditta esecutrice dei lavori), gli ingegneri Edoardo Radaelli e Lorenzo Jurina (dell’omonimo studio associato che ha progettato e diretto i lavori), il sindaco Marco Facchinotti, il presidente di AsMare Simone Ciaramella, la vice presidente della Provincia Daniela Bio e dal responsabile unico del procedimento Barbara Crotti. “Quello di Mortara – spiega l’ingegnere Lorenzo Jurina – è un serbatoio di tipo Hintze, con struttura di calcestruzzo armato e finiture in muratura. Con il passare degli anni, però, si sono moltiplicati i fenomeni di carbonatazione. Si tratta di un processo di deterioramento del calcestruzzo armato che può portare a gravi rischi. Abbiamo quindi consolidato il fabbricato procederemo ad un primo intervento di carattere globale. Alcune soluzioni sono poi state adottate in corso d’opera, anche grazie al contributo dei responsabili della Sinergie Srl. A livello locale sono state applicate fasciature tramite Frp con fibre di carbonio. Tutto questo processo garantirà una tenuta maggiore alle sollecitazioni orizzontali dovute al vento, alle micro scosse e ai rumori”. Nell’aprile scorso il serbatoio della torre piezometrica è stato nuovamente riempito emesso in funzione. Sulla qualità “dell’acqua del sindaco” non ci sono mai stati dubbi. I controlli sono ferrei e il piano sulla sicurezza dell’acqua dà ampie garanzie sulla bontà dell’oro blu. “Mentre i vertici di Pavia Acque spingono per l’abbattimento dei vecchi manufatti – spiega il presidente Simone Ciaramella – noi abbiamo scelto di percorrere la strada decisamente in contro tendenza. Il recupero dell’esistente e al sua valorizzazione del patrimonio cittadino è solo uno degli aspetti degni di nota. Ci sono ragioni anche molto pratiche alla base della scelta di AsMare. Voglio ricordare che questo sistema a caduta permette anche un risparmio energetico. Infatti grazie alle torri idriche pensili la pressione dell’acqua è a caduta e non si utilizza energia elettrica per spingerla nei rubinetti delle abitazioni. L’unico consumo di energia è quello necessario per portare l’acqua in cima al serbatoio. Inoltre la base della torre diventerà una sorta di aula studio aperta a tutte le scuole, di ogni ordine e grado. Al momento le suole cittadine già possono visitare la struttura. Però presto realizzeremo anche una sorta di piccolo impianto di potabilizzazione che potrà essere d’aiuto anche per gli studi condotti dall’Università di Pavia”. Si chiude così il ciclo di interventi di recupero delle torre idriche cittadine. Alcuni anni fa erano state manutenute quella di via Ciniselli e quella di via Mirabelli. Il quarto e ultimo pozzo cittadino, quello di corso Torino, non è più in esercizio dal 2015. Luca Degrand