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È durata ben due anni l’attesa prima di poter organizzare nuovamente il Jazz Festival a Mortara e di consegnare le tradizionali borse di studio assegnate a giovani e promettenti musicisti. Per quest’anno, a causa dei fondi più ristretti, si terrà un solo evento, ‘American Song Book’, il 9 aprile alle 21 in auditorium, ospite speciale il sassofonista Michael Rosen. Assieme a lui sul palco Wally Allifranchini sempre al sax accompagnato da giovani talentuosi che in passato hanno vinto le borse di studio del Festival mortarese: Giuseppe Vitale al pianoforte, Stefano Zambon al contrabbasso, Francesco Parodi alla batteria e Camilla Rolando alla tromba. I biglietti sono disponibili sia sul sito di mailticket che in Biblioteca ‘Francesco Pezza’. “Finalmente – dichiara Liliana Vercelli, organizzatrice della serata – i cinque ragazzi che due anni fa erano stati designati tra tutta l’Italia per ricevere la borsa di studio potranno vedersela consegnata nelle proprie mani sul palco dell’auditorium mortarese. Mattia Basilico, sax robbiese, Andrea Cardone, sax da Pescara, Gabriel Freitas Santos Cavicchioli, trombone di origini brasiliane, Davide Battista, tromba ancora adolescente e Daniele Luigi Nocella, tromba pugliese, avranno il loro momento di piccola gloria sabato 9 aprile. In quella occasione li presenterò”. Il Jazz Festival di Mortara ha elargito, nei suoi sei anni di attività pre-covid, borse di studio a trenta ragazzi e ragazze. È stato tra i primi Festival a pensare una manifestazione che prevedesse un premio in denaro per giovani di talento. Da lì in poi molti hanno preso spunto dall’idea e l’usanza si è diffusa. “Credo sia importante – prosegue – continuare su questa strada perché significa dare fiducia ai giovani. Ogni borsa ammonta a 500€ che solitamente vengono usati a scopo musicale, ad esempio per pagare lezioni private o comprare nuovi strumenti. L’obiettivo finale è quello di avvicinarsi ai giovani. Fa più l’esibirsi e mettersi alla prova con grandi professionisti che la pratica nelle scuole. Questo era l’obiettivo perseguito da Emilio Vercelli che nella sua big band inseriva giovani promettenti per farli crescere più in fretta. Fabrizio Bosso, ad esempio, è uscito da quelle fila”. Altro esempio incoraggiante che fa sperare nel proseguimento negli anni a venire del festival, oltre che dai ragazzi che vengono a suonare lo stesso 9 aprile, ormai immanicati e perfettamente inseriti nel panorama del jazz contemporaneo, viene dai fratelli Cutello, Matteo e Giovanni, premiati qualche anno fa che attualmente studiano nella più importante scuola al mondo di jazz, il Berklee College of Music a Boston. “Fino all’ultimo – conclude – non sapevo se organizzare. Poi Alessandro Marangoni mi ha chiamato e mi ha proposto di inserire un evento nel Mortara on Stage visto che le borse di studio erano già state stanziate, stavano prendendo la muffa. Tre delle cinque, infatti, erano già state inserite nel bilancio del Comune per il 2020. Le altre due invece sono state elargite da Mara Pacin e dal Rotary Club Cairoli. Ho accettato, mi sarebbe dispiaciuto non poter dare ai ragazzi le loro borse. Sono contenta anche che giovani musicisti mi stiano proponendo le loro discografie per il futuro. Vedremo cosa si farà l’anno prossimo più avanti. Per il momento godiamoci questo evento”.Vittorio Orsin