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Il PalaGuglieri non sarà un centro di prima accoglienza per i profughi. Per almeno due ragioni. La prima: al momento l’arrivo di donne e bambini in fuga dalla guerra, in provincia di Pavia, è ancora contenuto. Attualmente a Mortara ci sono 55 rifugiati ospitati principalmente da privati. La seconda: la struttura sportiva non è l’edificio pubblico migliore per garantire una buona qualità di accoglienza e di servizi a decine e decine di persone. A fare chiarezza ci pensa Daniela Bio (nella foto), consigliere comunale e vice presidente della Provincia con delega alle scuole. Ed è proprio il mondo della scuola e dello sport cittadino che ha chiesto risposte chiare e precise dopo le “uscite” dell’amministrazione. “La Prefettura di Pavia aveva chiesto – spiega Daniela Bio - a tutte le amministrazioni comunali della provincia di mettere a disposizione delle possibili strutture per l’accoglienza e anche qualsiasi tipo di bene che possa essere di aiuto. Il Comune di Mortara si è affrettato a rendersi disponibile, offrendo persino il palazzetto dello sport come primo centro di accoglienza. Un proposito nobile di cui condivido pienamente lo spirito. Però le parole dell’amministrazione hanno messo in apprensione, perché colto senza preavviso, il mondo della scuola e dello sport. È quindi opportuno essere chiari, perché anche le tante associazioni sportive cittadine e gli istituti scolastici che utilizzano il PalaGuglieri hanno bisogno di informazioni chiare, non dettate dalla foga del momento, per organizzare la propria attività. Per questa ragione è doveroso dire che il palazzetto non diventerà un centro temporaneo di accoglienza. Allo stesso tempo la mobilitazione collettiva in soccorso ai tanti innocenti che stanno soffrendo per la follia della guerra continua e va sostenuta con ogni mezzo. A loro va la nostra vicinanza e il nostro aiuto concreto. Ma per fornire un sostegno reale è opportuno organizzare dei servizio all’altezza. Al palazzetto non sarebbe possibile dare un servizio continuativo di ottimo livello. Infatti la stessa Prefettura ha accantonato l’ipotesi mortarese e sta preferendo altre località per la creazione di hub di accoglienza”. Attualmente Mortara sta dando accoglienza 55 profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Almeno questo è il numero ufficialmente censito dal municipio. Si tratta soprattutto di donne e bambini. Per il momento le persone sono ospitate presso case di privati e un piccolo numero presso le suore Pianzoline che hanno messo a disposizione una decina di posti letto. Ma se la macchina della solidarietà prosegue il suo lavoro a pieno regime. In prima linea c’è il Comitato locale della Croce Rossa e la comunità locale ucraina. Presso la multisala di San Pio X prosegue infatti la raccolta di generi di prima necessità.Luca Degrand