Residenza con documenti falsi smascherati dalla Polizia locale: sono sei le persone denunciate a Vigevano
VIGEVANO – Hanno presentato documenti falsi all’ufficio dell’anagrafe per ottenere la residenza a Vigevano. Il loro piano, però, è stato scoperto e sventato dagli agenti della Polizia Locale. Al momento sono 6 le persone identificate e denunciate dagli agenti del comando di via San Giacomo. Ma non è da escludere che questo numero possa aumentare con il proseguire delle indagini. Mesi fa si era deciso di allestire un’unità apposita, coordinata dal vicecommissario Alberto Lovati, per controllare le richieste per ottenere la residenza nella città ducale: in tutto sono più di tremila all’anno. “Durante il periodo del Covid – spiega l’assessore alla polizia locale, Nicola Scardillo (nella foto) – non risultava possibile eseguire certe verifiche all’interno delle case. Qualcuno ha pensato bene di approfittarsene, ma adesso abbiamo ricominciato con l’eseguire controlli a tappeto. Credevamo ci fossero pochi casi di questo tipo, invece abbiamo rivelato molte irregolarità. Ragion per cui l’attenzione sarà alta”. Giuseppe Calcaterra, il comandante della Polizia Locale, ha modificato l’iter, aggiornando il database attualmente in uso dagli agenti. Con questo nuovo sistema, risulterà più semplice segnalare prontamente eventuali anomalie dall’Anagrafe. Il personale di via San Giacomo è venuto a conoscenza del fatto che in alcune circostanze, venivano presentate richieste multiple di residenza per lo stesso alloggio. Si ipotizza escludere che si sia un sistema ‘rodato’ alle spalle di queste firme falsificate. L’ha confermato anche il sindaco Andrea Ceffa: “Non posso escludere che ci sia una regia ben precisa dietro a questi comportamenti, è solo un mio sospetto, ma va tenuto in considerazione. Il plauso deve andare tutto al comando della Polizia locale che ha scoperto questi comportamenti: si tratta di un atto di profondo rispetto nei confronti di chi spende soldi per essere in regola”. I primi 5 controlli effettuati hanno condotto a 6 denunce, a carico di un italiano e 5 extracomunitari. Il reato contestato è quello di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Però una decina di pratiche sono ancora in fase di accertamento.