Omicidio Mansour: arrestati anche Antonio Rondinelli e la moglie Carmela Calabrese
CILAVEGNA – Concorso in omicidio. Con questa accusa sono stati arrestati, nella mattinata di oggi, giovedì 2 marzo, Antonio Rondinelli e la moglie Carmela Calabrese. Sono i genitori di Claudio e Massimo Rondinelli, entrambi già in carcere con Luigi D’Alessandro per l’omicidio di Ibrahim Mansour, avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 gennaio.
L’indagine della Procura di Pavia rivela dettagli che fanno emergere in maniera chiara il regolamento di conti all’interno della famiglia: Mansour, infatti, aveva avuto una legame con la figlia di Antonio Rondinelli e Carmela Calebrese, da questo legame era nata una bambina. L’egiziano, intenzionato a compiere qualsiasi attività utile a cercare di ottenere l’affido della figlia, era divenuto una presenza fastidiosa per la famiglia Rondinelli.
Indispensabili a sbrogliare la matassa delle indagini, si sono rivelate le intercettazioni telefoniche.
L’analisi dei dati di traffico telefonico, suffragata da dichiarazioni rese da taluni soggetti rivelatisi informati sui fatti, ha confermato che, a seguito di una lite scoppiata nel tardo pomeriggio del giorno 11 gennaio, Carmela Calabrese, moglie di Antonio Rondinelli e madre di Claudio e Massimo Rondinelli, tra le 19
e le 20 e 15 di quella serata avrebbe diramato una vera e propria serie di convocazioni, riunendo tutti i familiari e dando così avvio alla serie di gravi fatti che hanno portato al decesso di Ibrahim Mansour.
Emerge così in tutta la sua evidenza la matura concordata dell’azione e della matrice collettiva e familiare di quello che sarebbe stato un vero e proprio agguato. Mansour, secondo la procura, sarebbe stato attirato fuori dalla propria abitazione, dove tre uomini erano pronti a far fuoco contro di lui.
È appunto emerso che l’esecuzione materiale dell’omicidio non sarebbe stata compiuta solo dai fratelli Claudio e Massimo Rondinelli, ma anche dal loro padre Antonio Rondinelli. Luigi D’Alessandro avrebbe invece offerto supporto logistico all’azione criminale.
Con la prima ordinanza cautelare, eseguita in data 21 febbraio 2023, il Giudice per le Indagini Preliminari, in condivisione della ricostruzione della Procura, aveva già accertato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dei fratelli Massimo e Claudio Rondinelli (con la cui sorella la persona offesa aveva
avuto una relazione ed una figlia) e del compagno di una loro ulteriore sorella, Luigi D’Alessandro.
I primi due, secondo la ricostruzione dei fatti confermata dal primo provvedimento cautelare, avrebbero materialmente eseguito l’omicidio, esplodendo contro Ibrahim Mansour vari colpi di fucile da caccia calibro 12 e altrettanti colpi di pistola calibro 9.
Mansour sarebbe stato colpita anche al viso, secondo quanto emergente dagli accertamenti tecnici compiuti dagli esperti del Dipartimento di Medicina Legale dell’Università di Pavia.
Tali conclusioni giudiziarie sono state tratte grazie ad una complessa analisi dei dati di traffico telefonico delle utenze in uso ai soggetti coinvolti, grazie all’impiego di cani molecolari per la ricerca di armi, esplosivi, tracce ematiche e resti umani del Nucleo cinofili dei Carabinieri.
Ibrahim Mansour è stato dunque ucciso a Cassolnovo. Il suo corpo è poi stato trasportato a bordo di una Audi nera, di proprietà dell’egiziano, nelle campagne della Morsella, frazione di Vigevano. Qui, in una zona boschiva, è stata incendiata l’automobile. Il corpo di Mansour, completamente carbonizzato, è stato ritrovato nel tardo pomeriggio di sabato 14 gennaio.
Le indagini sin qui condotte senza sosta continueranno al fine di avere conferma delle responsabilità degli arrestati e di verificare l’eventuale intervento di ulteriori soggetti.