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20 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di 19 marocchini ed un albanese ed una ordinanza di obbligo di dimora a carico di un cittadino marocchino da parte del GIP del Tribunale di Milano: sono questi i numeri a conclusione delle indagini dell'operazione "Camel light 2".L’attività investigativa, iniziata nel settembre 2019, scaturisce dalla prosecuzione delle attività svolte nell’ambito dell’operazione “Camel Light I”, coordinata dalla Compagna Carabinieri di Vigevano, condotta dalla Sezione Operativa, unitamente ai militari di Gambolò, sotto la direzione, nella prima fase, della Procura della Repubblica di Pavia e successivamente della Procura Distrettuale Antimafia di Milano, ha portato a reprimere lo spaccio nella Lomellina ed individuare i componenti della “filiera” di questo illecito commercio, che si è conclusa con l’esecuzione il 25 maggio 2021 di 14 Ordinanze di Custodia Cautelare a carico di 9 magrebini e 5 italiani. I Carabinieri della Sezione Operativa, con l’ausilio di strumenti tecnici e attraverso attività di osservazione e controllo si rendevano conto del modus operandi del sodalizio criminale, ovvero quello di nascondere nel bosco ingenti quantitativi di stupefacente; successivamente ponevano dello stupefacente confezionato in panetti da mezzo chilo (7-10 Kg alla volta) sotto i cipressi davanti al cimitero; a quel punto il capo o il coordinatore dava l’ordine ai “trasportatori” suoi complici di passare a prelevare lo stupefacente in macchina o in moto da distribuire ai loro spacciatori e ad altre batterie di spaccio, prevalentemente nei campi in Lombardia, Piemonte e Liguria.Con il proseguo delle attività di indagine la Sezione Operativa ha dimostrato che un sodalizio criminale di origine marocchina oltre a gestire in proprio due batterie di spaccio nei campi, una in Liguria ed una in Lombardia, riforniva altre batterie che “lavoravano” nelle Province di Alessandria, Genova, Bergamo, Lecco, Novara, Varese, Monza Brianza, Milano, Lodi, Pavia, Como, Massa Carrara e Cremona. Inoltre un soggetto albanese importava lo stupefacente dall’Olanda e dalla Spagna, nascondendolo in camion per il trasporto di carne congelata, rivelatosi il fornitore principale del sodalizio di marocchini; gli indagati, in aggiunta, durante tutto il periodo di lockdown si sono spostati tra le province e regioni in sprezzo delle norme anti covid-19 precedentemente in vigore.Il 30 aprile 2020 i militari impegnati nelle indagini traevano in arresto, nella flagranza di reato il capo promotore del sodalizio criminale, il suo braccio destro che rivestiva il ruolo di chimico, un altro soggetto con ruolo di chimico ed un trasportatore. Alla fine dell’attività sono stati sequestrati: circa 23 kg di eroina di tipo speed e brown sugar; circa 300 gr. di cocaina; circa 35.600 euro in contanti; 210 franchi svizzeri in contanti; due autovetture utilizzate per il trasporto della droga; due presse artigianali, con relativi martinetti idraulici, per il confezionamento dei panetti; due frullatori industriali per la lavorazione dello stupefacente; innumerevoli telefoni cellulari; bombole da campeggio e varie pentole utilizzate per miscelare l’eroina.Il sodalizio investigato era in grado di immettere nel mercato degli stupefacenti a settimana 7-10 kg di eroina, per un giro di affari di 180mila euro e 2 Kg circa di cocaina, per un giro d’affari di 80mila euro consentendogli un guadagno netto pari a 60mila euro per la vendita all’ingrosso. Si specifica inoltre che l’attività di spaccio al dettaglio consentiva un guadagno netto all’organizzazione di 50mila euro circa settiman