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VIGEVANO – Un’inchiesta che ha sgominato una presunta banda di estorsori e usurai che operava a Vigevano. 
All’alba di mercoledì scorso grazie a una maxi operazione dei carabinieri che ha coinvolto oltre sessanta di militari sono finiti in manette tre imprenditori vigevanesi, due di loro sono in carcere e uno ai domiciliari. Una donna, anche lei residente in città, dipendente di uno degli imprenditori finiti in carcere, deve invece presentarsi ogni giorno alla polizia giudiziaria per la firma. L’ordinanza di custodia cautelare è stata chiesta dal pubblico ministero Alberto Palermo. Le indagini erano iniziate nel dicembre 2020, dopo la segnalazione alle forze dell’ordine fatta da un familiare di un imprenditore locale, il quale si era rivolto ad alcuni soggetti chiedendo un prestito di denaro in un momento di difficoltà finanziaria. Poco dopo aver ottenuto i soldi, gli indagati ne hanno richiesto la restituzione, applicando interessi usurai (oltre il 150 per cento), e ricorrendo a minacce e atti intimidatori, comprese percosse e incendi. Nel corso dell’attività investigativa, condotta dai militari della sezione operativa del nucleo operativo e radiomobile, è stato individuato un altro imprenditore finito vittima dello stesso sistema. In totale sono stati eseguiti 15 decreti di perquisizione, sono stati sequestrati 70mila euro in contanti (di cui 28mila a casa di un barista di Vigevano, che ha affermato che si trattasse “dell’incasso dell’attività”), un’arma detenuta illegalmente, un manganello sfollagente, 80 grammi di marijuana e varia documentazione contabile. L’indagine, intanto, prosegue.