Oggi Est Sesia incontra Regione Piemonte, ma Colli è categorico: le nostre regole non cambieranno
Guerra dell’acqua fra Novara e Lomellina: oggi (mercoledì) i vertici del consorzio irriguo Est Sesia incontreranno a Torino il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Il presidente Camillo Colli (nella foto) e il direttore generale Mario Fossati entreranno negli uffici regionali di piazza Castello per ascoltare la posizione di Cirio, che nei giorni scorsi aveva intimato a Colli di “sospendere immediatamente il regolamento” approvato dall’assemblea dei delegati del consorzio novarese-lomellino. Regolamento che, secondo i risicoltori novaresi appoggiati da Cirio, favorirebbe la Lomellina in caso di una seconda annata siccitosa per le risaie fra Ticino e Sesia.
“Andremo a sentire – anticipa Colli – che cosa avrà da dirci il presidente Cirio: io e Fossati ascolteremo con la massima attenzione, ma posso confermare sin d’ora che il regolamento per l’applicazione dell’articolo 60 dello statuto dell’Est Sesia è stato approvato in modo formale e definitivo dall’assemblea dei delegati. Lo ribadiremo a Cirio e ai suoi assessori Matteo Marnati e Marco Protopapa: se vogliono ricorrere alle vie legali, come anticipato sulla stampa e di fronte ai risicoltori novaresi, facciano pure. Noi, ovviamente, procederemo per la nostra strada e non sospenderemo alcun atto già approvato”.
Al centro del braccio di ferro c’è il nuovo regolamento approvato da Est Sesia, con competenza su Novarese e Lomellina e sede centrale a Novara, sulle riduzioni temporanee nei casi di penuria d’acqua. Secondo Cirio, il documento “permane in contrasto con i princìpi indicati dall’articolo 60 per questi aspetti: individuare un regolatore unico appare un’evidente forzatura e non risulta chiaro il criterio per cui siano stati predeterminati i volumi d’acqua da garantire alle “code” (Lomellina, ndr) in situazione di emergenza idrica”. Lo stesso Colli aveva risposto a stretto giro di posta. “La carenza idrica del 2022 – si legge nella sua lettera – ha provocato una minor produzione nel settore risicolo riconducibile alla lunghezza e alla distanza dei nostri canali dalle fonti di approvvigionamento idrico: le esigue portate nei tratti terminali hanno causato gravissimi danni a macchia di leopardo sia in Piemonte sia in Lombardia, insostenibili per una corretta attività agricola”. Il consorzio, dunque, si trova ora “costretto a introdurre nuovi criteri d’irrigazione che prevedono un sistema di turnazione che, ricordo, è sistematicamente applicato dalla maggioranza dei consorzi irrigui che non prevedono la risicoltura”.
Umberto De Agostino