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Il futuro del riso sono piatti unici, spuntini e dolci. Fra i consumatori italiani i giovani si dicono pronti a incrementare la dieta a base del cereale bianco. Risotto e sushi dominano ancora il consumo sia in cucina sia fuori casa, ma le nuove tendenze premiano sformati, piatti unici salutari con carboidrati a basso indice glicemico, paella e torte “leggere”. Sono i risultati degli Stati generali del consumo di riso in Italia, tenutisi al Palariso Zanotto di Isola della Scala, nel Veronese. Presenti molti portatori d’interesse della risicoltura italiana, di cui quella lomellina e pavese sono la punta di diamante in Europa con circa 75mila ettari. Il 60% degli italiani dichiara di consumare riso a casa almeno una volta alla settimana: la frequenza di consumo tra le mura domestiche è maggiore tra le donne (66% ogni settimana, contro il 54% degli uomini), tra i 25-34enni (69%) e nelle famiglie con quattro o più componenti (63%), e cresce lievemente al crescere della classe socio-economica. La passione per il risotto aumenta con l’età, così come quella per l’insalata di riso, mentre il sushi è preferito dai 18-34enni e il poké è la quarta voce per i 18-24enni e la quinta per i 25-34enni. Un aspetto positivo, poi, è l’elevata varietà di modalità di consumo prese in considerazione dai 25-34enni. Dalla Lomellina è arrivato Roberto Magnaghi, direttore generale di Ente nazionale risi. “Dobbiamo capire – ha detto – in che cosa la nostra filiera deve investire per conquistare soprattutto il mondo dei giovani consumatori di riso sempre più aperti a nuove esperienze, anche a tavola. La strada è tutta in salita. Sembrerebbe semplice avendo a disposizione un prodotto fatto di storia, di tradizione e salubrità, ma ciò forse non è più sufficiente. Dobbiamo allora interrogarci sui gusti, sui desideri, sulle attese di chi consuma riso e in questo senso la ricerca presentata oggi ci fornisce spunti assai rilevanti”.
Per il futuro i consumatori sono interessati a ripieni, sformati e al forno (26,8%), torte al riso e dolci di riso (23,9%), piatti unici come paella, tiella di riso patate e cozze (23,2%), riso alla cantonese (21,4%) e spuntini salati come arancini e supplì (20%), mentre molto limitate sono le possibilità di crescita ulteriore per il risotto (3,2%). Negli ultimi sei mesi il 10,3% degli intervistati ha diminuito il consumo (la metà per motivi economici) e quasi tre italiani su quattro hanno percepito l’aumento dei prezzi del riso. Il futuro sembra comunque roseo: solo il 5% ha affermato di voler ridurre il consumo di riso nei prossimi cinque anni, mentre il 42,6% ha intenzione di aumentarlo. I motivi per incentivare l’acquisto di riso sarebbero i suggerimenti per ricette nuove e originali (52,5%, in particolare per i 45-65enni e per le donne) e la conoscenza di varietà meno note ma dal gusto interessante. Fra l’altro, sette italiani su dieci ritengono importante (58,9%) o determinante (11%) la presenza del marchio che certifica l’origine italiana del prodotto.