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La “Buni” per due ore impegnata a raccontare davanti ad un pubblico rapito dalle sue parole la storia della sua famiglia, del padre mortarese (Nando Pucci Negri), della sorella e delle amicizie che la legano indissolubilmente alla città dell’oca. Non c’era più una sedia libera e tante persone rimaste in piedi giovedì scorso, 22 giugno, a palazzo Cambieri alla presentazione del secondo libro di Edda Negri Mussolini intitolato “I Mussolini dopo i Mussolini” (scritto in collaborazione con il giornalista Mario Russomanno). Si tratta della continuazione della prima fatica letteraria,  “Donna Rachele, mia nonna”, e il secondo capitolo dell’epopea della famiglia Mussolini. Un nome sul quale sono state scritte migliaia di pagine, una vicenda sulla quale si sono cimentati centinaia di scrittori, ma che solo attraverso Edda Negri Mussolini possono essere realmente conosciute “dal di dentro”. Edda, visibilmente emozionata al pari della sorella Silvia, è stata accolta dall’amica d’infanzia, e consigliere comunale di maggioranza, Annalisa Zenone, dalla giunta quasi al completo e da tante persone comuni che hanno voluto partecipare ad una presentazione che presto si è trasformata in un viaggio intimo nei sentimenti e nei ricordi. Edda Negri Mussolini ha letto anche l’ultima missiva, mai più ritrovata, scritta dal Duce alla moglie Rachele Mussolini. Un documento archiviato, fino alla pubblicazione del libro, solo nella memoria di Rachele prima e di Edda poi.
Il volume è frutto di ore di interviste, la sintesi di un lavoro sconfinato e che potrebbe trovare spazio anche in un terzo volume. Edda Negri Mussolini, figlia del compianto mortarese Nando Pucci Negri e di Anna Maria Mussolini, oltre alle testimonianze dirette ha anche svolto un minuzioso lavoro di ricerca  e verifica sui racconti di famiglia. Ha recuperato documenti dagli archivi di mezza Italia e constatato che ogni ricordo, ogni testimonianza e ogni racconto era corrispondente alla verità storica. Ed ecco che il libro spazia dai telegrammi che venivano scritti tra i famigliari allo straziante addio di Anna Maria Mussolini all’amatissimo marito Nando Pucci Negri.
“Ti ringrazio per la felicità che mi hai dato – scriveva Anna Maria rivolgendosi a  Nando Pucci – anche se avevo sperato di vivere con voi molto di più. Ho avuto tanto e non posso lamentarmi. Una sola cosa mi dispiace: lasciare voi che siete stati tutta la mia vita. Vi ho amato tanto e porterò questo amore con me oltre la morte se sarà possibile. Non piangetemi. Ricordatevi di me, almeno qualche volta. Solo così non sarà finita per sempre. Addio Nando, ti abbraccio e ti bacio assieme alle bambine”.
Anna Maria era sopravvissuta miracolosamente alla malattia che la colpì da bambina. Però il destino non si è accontentato e si è accanito su di lei. Proprio per rispettare ultime parole della madre, oggi Edda non piange più ai funerali. Anche se i dolori di famiglia hanno lasciato nell’anima ferite che ancora fanno male.
“Tutte le persone a cui ho voluto bene – aggiunge  Edda Negri Mussolini – sono dall’altra parte della strada. Noi spesso piangiamo i morti, ma non li ricordiamo. Invece parlare di loro significa farli rivivere ogni giorno e non solo quando ci sono le ricorrenze”. Ma il libro è anche tanto altro. C’è la storia degli zii Rachele, Edda, Bruno, Vittorio, Romano. C’è l’inizio della storia d’amore di suo padre e di Anna Maria. Il loro primo incontro a Sanremo, tra il commento di una canzone e l’altra. Sulle note della musica melodica italiana nacque un amore destinato a durare solo otto anni, prima della prematura scomparsa di Anna Maria. Poi nel 1997, l’improvvisa morte anche di Nando Pucci Negri, che a Mortara ancora oggi conta tanti amici che lo ricordano.

Luca Degrandi