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Il biologico, quello vero, va difeso senza se e senza ma. Ne è convinta Cristiana Sartori (nella foto), imprenditrice e presidente della Strada del riso dei tre fiumi, che spiega come la sua associazione si sia dotata di un’apposita commissione che vigilerà sull’ingresso dei nuovi membri, affinché le aziende del falso bio ne restino fuori.
“Senza l’elenco delle 14 aziende, quasi tutte lomelline, che sono state trovate in posizione non regolare, e che utilizzavano fitofarmaci ed erbicidi vietati, non si tutelano i consumatori e i veri produttori di riso biologico – dichiara Cristiana Sartori, agronoma e presidente della Strada del riso dei tre fiumi, strada dei sapori riconosciuta a marzo dalla Regione – per questo riteniamo che la nostra associazione possa essere uno strumento per valorizzare il riso di qualità, sia bio vero sia a basso impatto sia convenzionale che attenga al nostro disciplinare di produzione. Abbiamo istituito un’apposita commissione che vigila sul rispetto delle normative previste per la coltivazione biologica. Non vogliamo il falso bio nella nostra Strada”.
I controlli, secondo la presidente, rappresentano uno strumento per fare chiarezza e per sostenere i prezzi giusti di un settore che è e deve essere un’eccellenza della cucina italiana nel mondo, candidata come patrimonio immateriale dell’umanità.
Al momento le aziende oggetto delle perquisizione delle Fiamme gialle non sono state rese note. Il personale del Dipartimento che contrasta le frodi ha effettuato campionamenti da inviare ai laboratori per accertare lo stato di contaminazione dei prodotti. 
“Come presidente della Strada del riso dei tre fiumi – conclude Cristiana Sartori – attendo l’esito delle indagini in corso da parte delle autorità competenti, restando fiduciosa per l’operato responsabile delle numerose aziende del comparto risicolo che operano con etica e legalità. Etica e legalità sono, infatti, i valori fondanti cavalcati dalla nostra associazione, fortemente orientata a supportare le produzioni attente al territorio e volte alla massima sostenibilità ambientale e sociale”.

Massimiliano Farrell