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Prima le piogge frequenti, poi il caldo. Ci sono tutti gli ingredienti per favorire la diffusione delle zecche, tanto che Ats Pavia suona l’allarme. L’Agenzia per la tutela della salute, in collaborazione con la sede pavese dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia ha avviato il progetto di prevenzione delle malattie infettive trasmesse da zecche e aumenta i centri di conferimento sul territorio.
Mortara è tra le città dotate di un centro per conferire il parassita e sottoporlo ad analisi. Infatti le zecche possono essere consegnate dal lunedì al giovedì (dalle 9 alle 16) e il venerdì (dalle 9 alle 14) presso la struttura di via Fagnani. L’aumento delle temperature di questi giorni sta favorendo la diffusione di questo parassita esterno la cui puntura, sebbene non sia dolorosa, può provocare alcune infezioni, anche gravi come encefalite o Tbe, malattia di Lyme, rickettsiosi, febbre da zecche, tularemia e meningoencefalite.
Nel caso ci sia accorga di essere stati morsi, soprattutto durante escursioni in zone boschive, bisogna prestare particolare attenzione alla rimozione. La zecca dev’essere tolta al più presto con una pinzetta, conservata in un barattolo e consegnata in un centro di riferimento insieme alla documentazione reperibile sul sito dell’Ats. Le zecche conferite vengono poi esaminate e l’esito dell’analisi viene comunicato telefonicamente dagli operatori del Dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria di Ats.
“Agire per tempo è fondamentale – spiega la dottoressa Lorella Cecconami, direttore generale dell’Ats di Pavia - per prevenire eventuali conseguenze debilitanti. Per questo è importante raccogliere la zecca subito dopo il morso e consegnarla presso i centri di riferimento per l’identificazione, così che gli esperti di Ats Pavia possano mapparne la diffusione sul territorio, scoprire quali malattie può trasmettere e fornire tempestivamente indicazioni importanti sull’eventuale terapia. Ad ogni modo, raccomandiamo a chiunque capiti di essere morso di disinfettare la zona interessata e tenerla sotto controllo per 40-50 giorni, trascorsi i quali, se si presentano sintomi di malessere, è opportuno consultare subito il proprio medico curante”.

Luca Degrandi