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Un anno in Croce rossa per imparare, crescere e fare un servizio utile nei confronti della collettività. In una sola parola: il servizio civile universale targato Cri Mortara. Riccardo Marabini e Alessandro Ceccato (nella foto) hanno terminato la loro esperienza come volontari del servizio civile lo scorso 27 giugno, ma non smetteranno di far parte della “grande famiglia” del Comitato locale di viale Capettini. 
Dopo il successo della prima edizione anche questo secondo termina con un bilancio molto positivo tanto che Giorgio Giuliani, vicepresidente del Comitato, operatore locale di progetto e formatore dei volontari, pensa già al terzo progetto che inizierà a partire dal 19 settembre. Altri sei candidati aderiranno ai progetti targati Croce rossa per il servizio civile.
“Con orgoglio, condividiamo la nostra esperienza di un anno come volontari del servizio civile in Croce rossa italiana a Mortara – sostengono Riccardo Marabini e Alessandro Ceccato - insieme, abbiamo avuto l’opportunità di aiutare molte persone in difficoltà, imparando il valore della solidarietà e della dedizione al servizio degli altri. Le sfide affrontate sono state numerose, ma la gratitudine dei beneficiari ha reso ogni sforzo ripagato. Siamo entrambi grati alla Croce rossa mortarese per questa preziosa opportunità, e speriamo di ispirare altri a unirsi a questa nobile causa. L’esperienza ci ha resi persone migliori, e continueremo a fare la differenza ovunque andremo”.
Quella del servizio civile universale è un’esperienza che arricchisce il bagaglio personale di chi aderisce, ma anche il portafogli. La retribuzione raggiunge 507 euro al mese, per un totale di 1145 ore da totalizzare nell’arco di un anno. In media si tratta di turni da 5 ore da distribuire su 5 giorni alla settimana. Il servizio civile è aperto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni non ancora compiuti.
“I volontari ragazzi – spiega Giorgio Giuliani - sono impiegati presso la sede, al centralino e in altre attività, ma possono anche uscire per accompagnare persone presso gli ospedali o altri luoghi o aiutare nella distribuzione viveri. Per chi se la sente è possibile svolgere il corso di accreditamento per i servi di 118”.

Luca Degrandi