Candia: 160 profughi in paese, ora sale la protesta dei residenti
CANDIA – Sono circa 160 persone, che vengono da varie parti dell’Africa o dal Bangladesh. Spesso li si vede in giro a bighellonare, o seduti sulle panchine a piccoli gruppi, guardando il telefonino. Del resto qui c’è poco da fare, e magari nemmeno loro ambivano dopo il lungo viaggio a passare le loro giornate nella noia di un paese di campagna. Alcuni candiesi invece sono preoccupati per alcuni dettagli inquietanti. C’è chi riferisce di sentirsi insicura a camminare in campagna, perché questi gruppetti se sei donna e soprattutto giovane “ti squadrano”, specialmente in questa estate torrida in cui per forza di cose bisogna vestirsi poco. A volte c’è anche il commentino, quello volgare, quello allusivo. Questa sensazione diffusa di paura e di intolleranza a Candia diventa un caso. Alcuni cittadini, in diverse occasioni, da tempo segnalano questa loro percezione di insicurezza, di cui bisogna tenere conto. All’amministrazione comunale era stato chiesto di indire un’assemblea straordinaria, aperta al pubblico. Si sa che il Comune ha preso contatti con la prefettura nei giorni scorsi. Se riunione pubblica sarà, ci si attende la presenza proprio di un rappresentante della Prefettura come sorta di “garante” e dissuasore per le teste calde, e magari anche di un carabiniere della stazione locale, comunque sottonumero da tempo.
“Non posso rispondere in questo momento a nessuna domanda - è l’unico commento del sindaco Stefano Tonetti - perché sono in corso colloqui con la Prefettura”. Finora non risultano denunce per reati specifici. Voci di paese, insomma, che si rincorrono come un tam tam. Qualcuno parlava addirittura di “atti osceni”, non confermati. Altri, soprattutto donne, della sgradevole sensazione di essere seguiti con lo sguardo durante tutto il percorso non solo nelle zone periferiche ma anche in quelle frequentate, dove vanno tutti. La statua del Rulin vicino al municipio, il viale per andare al cimitero, la zona della stazione. Questi ragazzi si spostano (e non c’è niente di male) e ogni tanto (e ci sarebbe male, se fosse confermato) si lasciano andare al commento. La vicenda tiene banco, divide e fa discutere, perché dall’episodio vero e proprio e soprattutto certo al razzismo becero il passo è breve e a volte sfumato. L’assemblea, ammesso che si farà mai, non si preannuncia serena. I circa 160 extracomunitari sono gestiti da una cooperativa che possiede varie strutture nel territorio.
Si parlava anche di una petizione per raccogliere firme e indire questa riunione. Ma non sta girando nessun foglio. “La petizione – spiega Stefano Conti, opposizione, civica Viviamo Candia – era un’idea che volevamo proporre. Abbiamo sentito un paio di avvocati per creare le basi, ma sembra un percorso poco incisivo. So che, visto il disinteresse della maggioranza e un certo astensionismo di parte della minoranza che mi preclude la presentazione di una mozione, alcuni cittadini porgeranno dopo la campanella di chiusura del consiglio comunale, quando si potrà parlare col sindaco liberamente, domande su questa problematica. Ovviamente interverrò”. L’assise consiliare dovrebbe tenersi per la fine del mese.