Gioca coi fanti, ma lascia stare i santi. Però serve chiarezza… E così il professor Giuseppe Zucca (nella foto), ex preside della Josti Travelli, proverà ad accompagnare la platea di “Conosci davvero la tua terra?” alla scoperta dei santi “mortaresi”. Tra i molti venerati in città, Zucca ne ha scelti tre: Sant’Alberto e i paladini Amico e Amelio. Amici in vita, inseparabili nella morte: la leggenda vuole che i due paladini siano morti nella carneficina avvenuta proprio a Mortara tra Longobardi e Franchi. Amico e Amelio, secondo la vulgata, furono seppelliti in due chiese differenti, ma poi vennero ritrovati nella stessa chiesa. Quella chiesa è l’abbazia di Sant’Albino. Nel secolo scorso, monsignor Dughera volle effettuare una ricognizione sotto l’altare dell’antica abbazia ed emersero le ossa di due persone. Le ossa vennero riposte e riemersero nuovamente durante gli ultimi restauri dell’abbazia prima del grande Giubileo del Duemila: le analisi condotte con il carbonio-14 le datarono attorno all’anno Mille. Oggi i resti dei due paladini riposano in un’urna collocata sulla parete destra dell’abbazia. Più “certa” è la storia di Sant’Alberto di Gerusalemme. Canonico regolare nell’antica abbazia di Santa Croce, divenne priore dei Mortariensi. Diventò poi vescovo di Bobbio e poi ancora di Vercelli, quindi venne nominato patriarca di Gerusalemme. Prima di trovare morte violenta (venne pugnalato durante una processione) scrisse la regola dei Carmelitani. L’appuntamento è per oggi pomeriggio, alle 16, in biblioteca