Avevano basi in Brasile e in Albania. Da qui la droga partiva per arrivare nel continente, dove prima veniva stoccata in svizzera e poi veniva smistata in Lombardia. La rete criminale è stata smantellata dagli uomini della Guardia di Finanza di Reggio Calabria che , unitamente agli uomini del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, hanno spiccato 24 arresti alcuni dei quali anche in provincia di Pavia. Duecento militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria e dello S.c.i.c.o., coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo calabrese e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri, hanno eseguito con il supporto di altri reparti del corpo, nelle province di Reggio Calabria, Catania, Messina, Vibo Valentia, Salerno, Milano e Pavia, provvedimenti restrittivi della libertà personale, emessi dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 24 soggetti coinvolti in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti: 15 di loro si trovano in carcere, mentre gli altri 9 sono ai domiciliari.Il maxi blitz messo a segno giovedì scorso, 27 ottobre, è di fatto la continuazione dell’operazione “Magma”, eseguita sempre dal Gruppo investigazione criminalità organizzata del Nucleo di polizia economico finanziaria di Reggio Calabria e dallo S.c.i.c.o., diretta dalla Procura calabrese - che avrebbe consentito di destrutturare un noto casato di ‘ndrangheta attivo nella provincia reggina, conclusa nel novembre 2019 con l’esecuzione di ben 45 arresti. Il blitz dello scorso 27 ottobre ha confermato la forza e la capillarità, sia su scala nazionale che internazionale, dei narcos calabresi che continuano a porsi quali interlocutori privilegiati con le più qualificate organizzazioni mondiali, garantendo una sempre maggiore affidabilità.La disponibilità di ingenti capitali di provenienza illecita e la spiccata capacità di gestione dei diversi segmenti e snodi del traffico hanno permesso alla rete criminale, che sarebbe stata promossa e diretta da un membro di della ‘ndrangheta calabrese, di consolidare un ruolo rilevante nel narcotraffico internazionale servendosi, tra l’altro, di preferenziali e collaudati canali di approvvigionamento esteri. Il gruppo criminale, che per comunicare faceva uso di telefoni cellulari criptati e di cabine telefoniche pubbliche, si interfacciava con differenti organizzazioni aventi le proprie basi operative in Albania ed in Brasile. Gli investigatori delle Fiamme gialle hanno scoperto che i narcotrafficanti erano in grado di far giungere dal Brasile ingenti partite di cocaina, stoccandole in Svizzera, per poi essere trasportate in Lombardia ed essere cedute ad gli acquirenti, tra i quali figura un soggetto albanese di particolare rilievo criminale. Gli inquirenti hanno anche monitorato l’incontro tra uno dei capi dell’organizzazione che operava in Brasile e uno dei boss calabresi: il malavitoso carioca si era recato in Calabria in seguito a problemi di pagamento della droga. Prima dell’incontro, al fine di far comprendere in maniera chiara l’importanza del soggetto che si apprestava ad incontrare, un indagato palesava al referente brasiliano lo spessore criminale del proprio dominus, ostentando, al fine di fugare ogni dubbio, il contenuto di articoli stampa da cui spiccava la caratura della compagine criminale di appartenenza. L’inchiesta, inoltre, ha consentito ai militari di scoprire come la consorteria criminale producesse in proprio ingenti quantitativi di cannabis indica curandone tutti i processi di lavorazione: asciugatura, essiccazione, pesatura e confezionamento. Gli inquirenti hanno scoperto che l’organizzazione criminale aveva realizzato una coltivazione di marijuana all’interno di una zona rurale del Comune di Candidoni (in provincia di Reggio Calabria) nella quale sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro 1.227 piante di cannabis, nonché 74 chilogrammi della medesima sostanza stupefacente, consentendo l’arresto di due dei responsabili, colti nella flagranza di reato. La compagine criminale gestiva, inoltre, una consolidata attività di smistamento dello stupefacente attraverso l’impiego di appositi corrieri, sempre pronti a rifornire molteplici “piazze di spaccio”, fungendo da spola tra il territorio calabrese e quello sicili