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MORTARA – Perché? È la domanda che si sono posti subito in tanti. Che senso ha gettare acqua dalla finestra proprio durante il passaggio della processione del venerdì santo? È successo venerdì scorso, 7 aprile, verso le 21 e 30 in via Roma. Si è trattato di una vera e propria secchiata d’acqua lanciata da una finestra. Subito si sono attivati gli agenti della Polizia locale, impegnati nello scortare la processione. Gli uomini guidati da Davide Curti si sono presentati nell’appartamento dal quale è stata lanciata la secchiata d’acqua. Qui sono state identificate alcune persone: si tratta di alcuni residenti in città, originari del nord Africa.
“Scatta sicuramente la sanzione amministrativa, – commenta il comandante della Polizia locale Davide Curti – poi la violazione viene segnalata in prefettura e in questura. Certi comportamenti potrebbero influire qualora fosse presentata la richiesta per ottenere la cittadinanza italiana. Inoltre stiamo valutando in queste ore l’aspetto penale della vicenda”.
Insomma, non se la caveranno con una multa da 150 euro. La processione del venerdì santo, con le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, richiama annualmente la grande partecipazione dei mortaresi. E’ un rito antichissimo che affonda le proprie origini nel corso dei secoli. La processione del venerdì santo è anche uno degli appuntamenti religiosi più partecipati in città: durante il periodo della dominazione spagnola, per questa celebrazione che veniva chiamata “entierro” (sepoltura), si realizzavano suggestivi allestimenti scenici. Attualmente, proprio come è successo venerdì scorso, la processione con il simulacro del Cristo Morto e la statua della Vergine inizia nella basilica di San Lorenzo e raggiunge piazza Silvabella passando da contrada San Lorenzo; quindi, percorrendo via Roma e corso Josti, raggiunge l’abbazia di Santa Croce e fa ritorno in basilica lungo corso Garibaldi, piazza Martiri della libertà e piazza Monsignor Dughera. Qui, lungo via Roma, da una finestra aperta è stata lanciata dell’acqua (a mo’ di gavettone) sulla folla orante che faceva da ala alle statue. Evidentemente non si è trattato di una ragazzata, di una bravata, ma di un gesto in spregio di una espressione popolare della fede che ricorda la Passione del Signore. Negli ultimi anni non sono certo mancati episodi di maleducazione nei confronti della processione del venerdì santo. Prima dei due anni di stop imposto dal Covid, si erano registrate urla di alcuni ragazzini evidentemente poco educati e tutto finì sul momento. Poi, venerdì scorso, la nuova prova di inciviltà letteralmente piovuta dall’alto.