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SARTIRANA - Una tecnica collaudata: si spacciavano per rappresentanti delle forze dell’ordine e chiedevano denaro per evitare guai più seri. Le vittime erano anziane sole e deboli, spaventatissime dal sentire che il proprio figlio stava per finire in carcere dopo aver causato un incidente. L’unico modo per salvarli sarebbe stato quello di versare cifre a quattro zeri, e tutti i preziosi. Situazioni di estrema emergenza risolvibili soltanto con un esborso immediato. Non era vero niente: dopo aver preso tutto quello che potevano dalle malcapitate, i malfattori sparivano nel nulla. I carabinieri della stazione di Sartirana hanno denunciato quattro “trasfertisti della truffa”. Persone tra i 23 e i 59 anni, residenti a Napoli, già conosciute per lo stesso reato commesso in altre zone del Nord Italia. Tutti sono stati denunciati in stato di libertà (la Legge prevede l’arresto solo in flagranza di reato): solo il cumulo delle pene, in caso di condanna, potrebbe condurli in carcere. Sono due gli episodi più eclatanti nella zona del Pavese. Il primo, l’11 novembre scorso, ha coinvolto una signora di 80 anni di Santa Cristina e Bissone. Una donna le ha telefonato al numero fisso di casa. La informava che il figlio, a causa di un malore alla testa, aveva investito un pedone con l’auto ed era stato portato in caserma. L’unico modo per “liberarlo” era versare 6.500 euro, o comunque tutto quello che aveva in casa. Una voce maschile, sedicente “carabiniere”, dall’altro lato della cornetta confermava la versione della complice. L’anziana ha racimolato 560 euro e vari monili d’oro. Li ha consegnati alla malvivente, che aspettava fuori in auto. Poco più di un mese dopo, il 21 dicembre, a una donna di 78 anni di Sartirana sono stati rubati 1.350 euro, più gli ori e i ricordi di una vita. Stesso modus operandi: la solita voce femminile la contattava facendole credere che sua figlia avesse cagionato un incidente stradale. “Signora, o versa 10 mila euro o la ragazza andrà in galera”. Anche in questo caso al telefono erano in due. Il “finto maresciallo” è intervenuto e ha subito confermato quanto detto dalla “collega”. Un terzo complice raggiungeva fuori casa la vittima terrorizzata e arraffava i contanti e i preziosi. In entrambi gli episodi i truffatori hanno usato auto a noleggio di una ditta partenopea.I carabinieri della compagnia di Vigevano, guidati dal maggiore Paolo Banzatti, dopo una lunga indagine sono riusciti a dimostrare che i quattro avevano costituito un’associazione collaudata, duratura. Chissà quante altre volte la strategia del “falso carabiniere” è andata a segno senza lasciare trac