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VIGEVANO – Ha la cittadinanza italiana e vive qui dall’età di 4 anni, ma è di pelle scura. Quest’ultimo dettaglio è bastato secondo Menin Hubert Don, 26 anni, atleta e studente originario della Costa d’Avorio, per far sì che gli rifiutassero una stanza in affitto. Don è cresciuto a Vigevano, frequentando elementari, medie e superiori. Al Caramuel molti docenti lo ricordano ancora.
Il ragazzo ha pubblicato sul suo profilo Facebook nei giorni scorsi la chat privata col proprietario di casa, censurandone il nome. Cercava una camera in un quadrilocale a due piani nella zona degli istituti scientifici di Pavia. Studia Bioingegneria presso l’ateneo cittadino. “La stanza è ancora disponibile – ha scritto locatario – ma ora che è l’inizio ci stiamo muovendo per trovare un ragazzo italiano. E’ la scelta preferita da tutti i membri della casa. Ovviamente, se dopo un certo tempo non lo troviamo, vedremo per altre soluzioni e quindi ti scriverò”. Ecco la replica, stizzita, di Don: «Sono italiano, sono uno studente, lavoro. Che problemi avete? Cioè se sono straniero non ho il privilegio di convivere con voi? Non scomodarti a scrivere, non convivo con i razzisti. Buon proseguimento”. 
“La colpa – aggiunge Don – è di uno Stato che si rifiuta di educare i propri figli. è colpa di uno Stato che non riconosce di avere un serio problema, è colpa dello stesso Stato che non accetta lo straniero ma è pronto ad approfittare dello stesso. In altre situazioni sarei rimasto in silenzio ma ho imparato che “chi tace acconsente”, perciò rifiuto di essere complice di questa vergogna, non posso sopportare che la generazione dopo la mia sia costretta ad accettare tutto ciò”. 
Menin Hubert Don fa il cameriere a Pavia ed è anche un atleta di buon livello, specializzato nei 400 metri piani. Fa parte della società locale Cento Torri. “In 22 anni di vita in Italia – ha aggiunto – ho sentito le sferzate della discriminazione, ma non ho mai ricevuto un trattamento così razzista. Bastava dire che la stanza era già affittata, l’avrei accettato con facilità. La cosa mi ha fatto male”. L’inquilino che ha pubblicato l’annuncio ha replicato in una chat: “Dal tuo nome non pensavo fossi italiano, mi sembra una cosa normale. Noi viviamo con uno straniero e stiamo benissimo, specie io che condivido il piano con lui. Ma dato che sta imparando l’italiano, vorrebbe un coinquilino con cui dialogare ogni giorno”. La società di atletica Cento Torri ha espresso solidarietà a Don: “Hubert è un atleta che fa parte della nostra famiglia – ha spiegato il presidente Franco Corona – e siamo solidali con lui vista la discriminazione che ha subito. Ciò che è successo è stato spiacevole”.