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MORTARA – Un furto con destrezza che si è consumato ed è andato a bersaglio in una manciata di secondi. Il quartetto di criminali ha agito rapidamente, sottraendo dal negozio di parrucchiere per uomini, lo storico “Punto Uomo” di Emanuele Borghi (nella foto), un portafoglio contenente contanti per una somma compresa tra i 350 e i 400 euro. E’ accaduto martedì scorso, 29 agosto, intorno alle 9 e 30 del mattino.
“Mi trovavo in negozio da solo – racconta il titolare dell’attività di via XX Settembre – e poco dopo le 9 del mattino sono entrati due ragazzi di origine non italiana, probabilmente sudamericani. Uno di loro ha chiesto di poter tagliare i capelli, ma gli ho risposto che avrebbe dovuto prendere appuntamento per poco più tardi, lo stesso giorno in mattinata”. A ripresentarsi però, erano addirittura in quattro.
“I due ragazzi di poco prima – prosegue nel racconto il barbiere – più altri due, un ragazzo e una ragazza, tutti più o meno coetanei, tra i quattordici e i sedici anni, giovanissimi, di origini sudamericane”. In un attimo l’accerchiamento è compiuto. “Mentre rispondevo a due di loro che per tagliare i capelli era necessario prendere un ulteriore appuntamento, ho notato gli altri due che si sono avvicinati al banco della cassa e hanno afferrato il mio portafoglio di servizio, che tengo riposto per le spese del negozio. Conteneva una discreta somma di contanti, almeno 350 euro, per alcune spese da affrontare in giornata. In un attimo sono fuggiti rapidamente tutti e quattro lungo via XX Settembre”. A quel punto il disperato inseguimento tra le vie del centro.
“Ho chiuso la porta del negozio – racconta Emanuele Borghi – e di istinto mi sono lanciato all’inseguimento in direzione corso Cavour, ma si sono dileguati velocemente, credo dalle parti di viale Parini”. Dello spiacevole episodio, il primo in un’attività presente in città da oltre mezzo secolo, prima con l’indimenticato maestro di taglio Ferdinando Borghi, da tutti conosciuto come «Ferdi» e oggi dal figlio Emanuele, è stata informata la Polizia locale.

Riccardo Carena