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ZERBOLO' - La maxi operazione antimafia di ieri “tocca” anche la Lomellina. Tra i 21 arresti c’è anche quello di un uomo di Zerbolò, e tra i 68 indagati totali anche persone di Castello d’Agogna e Confienza. L’operazione, avviata all’alba di martedì è scaturita da un’indagine avviata nel 2019 dal personale della Direzione Investigativa Antimafia. Giovanni Morabito, 59 anni, medico in una casa di riposo milanese (nonostante condanne per droga) è il figlio di Giuseppe Morabito, “u Tiradritto”, leggendario boss della ‘ndrangheta. Gli inquirenti ritengono che Morabito fosse alla guida di un’organizzazione che lucrava su fondi Covid e sui bonus 110 per cento per le ristrutturazioni. Ad eseguire i nove arresti in carcere, i cinque ai domiciliari, le tre misure dell’obbligo di dimora senza allontanamento notturno (a cui è stato sottoposto anche l’uomo di Zerbolò) e le quattro dell’obbligo di firma sono stati i carabinieri di Monza, gli investigatori della Direzione investigativa antimafia di Milano e gli agenti della polizia penitenziaria. Nell’inchiesta sono stati individuati due diversi filoni: uno si occupava di droga, mentre il secondo lavorava soprattutto sulle operazioni finanziarie e sulle truffe ai danni dello Stato grazie a professionisti che si erano messi a disposizione della cosca. Il sistema spaziava dalle false fatture ottenute attraverso società cartiere, fino alla creazione di false polizze fideiussorie e alla commercializzazione di falsi crediti di imposta “Ricerca e sviluppo” che venivano poi ceduti a terzi. Gli inquirenti hanno però documentato anche l’organizzazione di una truffa aggravata ai danni dello Stato grazie all’erogazione dei fondi di sostegno all’imprese durante la pandemia. Un giro da 2 milioni di euro, ma i fondi sono stati bloccati dagli investigatori prima di essere erogati. I soldi del gruppo venivano poi investiti attraverso altre società che operavano nel campo edile, sempre considerate vicine ad affiliati alla 'ndrangheta, che sfruttavano i benefici dell’ecobonus.