Agricoltura in lutto: martedì l’addio a Irene Brustia, la prima donna al timone della Borsa merci
VELEZZO – Irene Bruzzone è scomparsa all’età di 90 anni all’ospedale San Martino di Mede, dov’era da tempo ricoverata. Esattamente un mese fa era mancato il marito Erminio Brustia, sindaco di Velezzo dal 1964 al 2004, scomparso a 91 anni sempre a Mede. I funerali della prima donna a essere eletta presidente della società consortile Borsa merci di Mortara sono stati celebrati ieri (martedì), alle 10, nella chiesa parrocchiale di San Giorgio: poi la salma è stata tumulata nel cimitero di Velezzo. L’imprenditrice agricola è stata per decenni alla guida dell’azienda agricola-riseria La Gallinella a fianco del marito e, negli ultimi anni, dei figli Guido e Mario, a sua volta sindaco di Velezzo dal 2004 al 2014. Irene Bruzzone, di origini novaresi, è stata per molti anni figura di riferimento per la Borsa merci di Mortara, che ha presieduto dal 2012 al 2015, e per l’intero mondo del riso lomellino. Allo stesso tempo, all’inizio degli anni Duemila è stata alla guida dell’Associazione lombarda femminile agricola (Alfa), con sede a Milano. Il suo impegno per la tutela e la valorizzazione del riso è sempre stato costante e appassionato. “La Lomellina è territorio di grande fascino e valore, nel quale si incastonano, come preziosi gioielli, i tanti monumenti, testimonianza di civiltà e di storia illustre, in un paesaggio molto sovente eccezionale quanto unico, di cui la risicoltura e il suo indotto costituiscono ragione di vita – aveva chiarito in un’occasione alla Borsa merci – È perciò auspicabile che il prodotto d’eccellenza, con denominazione Riso italiano, tanto considerato ed esportato in tutto il mondo, venga sostenuto per la peculiarità della sua coltivazione, frutto di cinquecento anni di lavoro e di altissime tecnologia e specializzazione. Mai come ora è necessario, per ciascuno nella sua parte, l’apporto di un fattivo e importante contributo di salvaguardia delle risaie, che vanno inserite in un esteso circuito agro-eco-ambientale. Il riso italiano va sostenuto nel suo processo di internazionalizzazione e di certificazione non solo nel contesto della nostra bella Italia, ma anche come patrimonio dell’umanità”.