Mortara, la chiesa nel mirino dei soliti imbecilli: urla in piazza Dughera e fedeli importunati
MORTARA – “Cosa dobbiamo fare? Arriveremo al punto di mettere la vigilanza fuori dalle chiese?”.
A porsi lo sconsolato (e sconsolante) interrogativo è don Marco Torti, parroco delle tre parrocchie mortaresi. Le chiese sono finite ancora nel mirino dei soliti imbecilli. Ragazzini, alcuni italianissimi, che devono aver litigato con l’educazione oltre che con il buon senso. Domenica scorsa, 19 novembre, poco prima della Messa delle 18, davanti alla basilica di San Lorenzo è andato in scena l’ennesimo inno alla maleducazione.
Divertimento innocuo per bambini scemi? Sì, ma c’è di più. Infatti, oltre alle solite urla, questi ragazzini si avvicinavano anche ai fedeli che stavano entrando in chiesa dicendo “dammi un euro, dammi un euro”.
Peccato che con i soldi non si possa acquistare l’educazione, altrimenti ci sarebbe da fare una colletta…
“Anche la persona più mite rischia di perdere la pazienza. – commenta don Marco Torti (nella foto) – Domenica scorsa abbiamo assistito all’ennesimo episodio di maleducazione e francamente iniziamo ad essere stufi. E tra poco arriveremo al periodo dei petardi, sperando che non si ripeta quello che è successo lo scorso anno. Anche perché potrebbe essere pericoloso, oltre che fastidioso. Arriveremo al punto di mettere le guardie fuori dalla chiesa durante la Messa? Se andiamo avanti di questo passo…”.
In città si sta assistendo ad una incredibile deriva comportamentale, dove i protagonisti di certi sgradevoli accadimenti sono italiani.
A inizio novembre, un confessionale dell’abbazia di Santa Croce era addirittura stato utilizzato come bagno pubblico. Un gesto sconsiderato che ha portato il parroco a prendere due iniziative: la prima è quella di chiudere le chiese dalle 12 alle 16 e di dotare la chiesa di Santa Croce di un nuovo impianto d’allarme con annesse telecamere per la videosorveglianza.
L’avversione al sacro si era manifestata lo scorso 7 aprile, durante la processione del Venerdì Santo. La processione, con le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, richiama annualmente la grande partecipazione dei mortaresi. E’ un rito antichissimo che affonda le proprie origini nel corso dei secoli. La processione del venerdì santo è anche uno degli appuntamenti religiosi più partecipati in città: durante il periodo della dominazione spagnola, per questa celebrazione che veniva chiamata “entierro” (sepoltura), si realizzavano suggestivi allestimenti scenici. Erano da poco passate le 21 e 30, quando la processione orante passava da via Roma: da un’abitazione è stata lanciata una vera e propria secchiata d’acqua. Immediato l’intervento dei vigili che erano impegnati a scortare la processione: i ghisa avevano identificato alcune persone, si trattava di alcuni residenti in città originari del nord Africa.
Evidentemente non si è trattato di una ragazzata, di una bravata, ma di un gesto in spregio di una espressione popolare della fede che ricorda la Passione del Signore.
Gli episodi vandalici nei confronti del sacro non sono certo una novità. Sempre nella giornata del 7 aprile scorso, Venerdì Santo, la basilica di San Lorenzo è rimasta aperta dal mattino alla sera. Durante un momento di scarsa affluenza dei fedeli, ignoti si sono introdotti all’interno del luogo di culto per cercare di rubare le offerte raccolte sotto le statue di Santa Rita e Sant’Antonio, nella navata di destra. Il peso della struttura ha impedito ai ladri di mettere a segno un misero colpo. Nell’ultimo anno, gli atti di vandalismo nei confronti dei luoghi di culto sono stati diversi.
Domenica 1 gennaio, durante la celebrazione liturgica delle 11 nella basilica di San Lorenzo, approssimativamente tra le 11 e 15 e le 11 e 30, il parroco don Marco Torti stava tenendo l’omelia, quando si è sentita un’esplosione fortissima. L’esplosione di un petardo aveva mandato in frantumi il vetro di una delle due finestre della sacrestia che si affacciano sulla piazzetta dedicata a padre Bonaventura Bernini e incastonata tra la basilica e la chiesa sconsacrata di San Dionigi. Fortunatamente nessuno si trovava in sacrestia nelle immediate vicinanze della finestra
Un episodio simile si era verificato pochi giorni prima. Era l’8 dicembre 2022, durante la Messa delle 18: alcuni ragazzini, successivamente identificati dai carabinieri, avevano aperto la porta della chiesa gettando al suo interno un petardo tipo “mitraglia” che aveva generato una raffica di esplosioni. Si trattava di tre minorenni italiani.
Il tutto è accaduto mentre i fedeli si stavano preparando per accostarsi a ricevere la Comunione: il silenzio dei presenti e soprattutto la struttura della chiesa ha avuto l’effetto di amplificare la raffica di esplosioni. Molti, soprattutto tra le prime file, si sono spaventati: c’era anche chi invitava ad abbassarsi verso terra. Girando la testa verso la porta, al termine delle esplosioni, si poteva vedere del fumo, questo a certificare che si trattava dell’esplosione di un petardo.
Nella primavera dello scorso anno era finita nel mirino l’abbazia di Santa Croce.
Nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 maggio 2022, alcuni malviventi hanno forzato la porta del retro della sacrestia, che si affaccia su piazza Carlo Alberto. Una volta all’interno, i ladri hanno poi scassinato tutte le cassette per le offerte dei candelieri votivi (che venivano svuotate quotidianamente). Arredi e oggetti sacri non sono stati presi in considerazione dai malviventi, così il danno superò di gran lunga l’entità del furto.
Sempre nel 2022, nel pomeriggio del 28 marzo, due adolescenti avevano preso a sassate l’abbazia di Santa Croce proprio mentre all’interno della chiesa veniva celebrata la Messa. I due teppisti avevano preso alcuni sassi in prossimità di una panchina vicino al monumento al Bersagliere, proprio in quella parte di piazza Carlo Alberto che è stata dedicata a don Giovanni Zorzoli, dopodiché hanno iniziato a tirarli contro il muro della chiesa che dà verso i giardini del monumento. Il lancio di sassi, percepito anche all’interno dell’abbazia, aveva danneggiato il marmo collocato sull’edificio religioso.
Gli imbecilli, allora, la fecero franca: la telecamera del sistema pubblico di videosorveglianza non aveva permesso di identificare gli autori del gesto.
Nella seconda metà del luglio del 2019, invece, la chiesa era stata vittima di un furto sacrilego. Uno o più ladri si erano intrufolati nella chiesa ed avevano rubato la reliquia della Santa Croce che veniva conservata sotto l’altare dell’abbazia.