Ucciso con un coltello da caccia in strada, arrestati due romeni con precedenti
MEDE – Sono stati individuati i soggetti coinvolti nell’omicidio di Claudio Doha, 33 anni, trovato dai soccorritori ancora col coltello da caccia piantato nella schiena, fino alla lama, nella notte tra martedì e mercoledì a Mede, poco dopo mezzanotte e mezza. La zona è quella di via Fratelli Magnani, presso la stazione ferroviaria. Nel giro di poche ore i carabinieri sono riusciti a delineare i punti salienti della dinamica del delitto, culminato in tragedia dopo la lite tra il morto, di nazionalità romena, e quattro connazionali sull’uscio di casa di questi ultimi, proprio in via Fratelli Magnani. Il sostituto procuratore Andrea Zanoncelli, grazie agli elementi chiavi forniti dai carabinieri della compagnia di Voghera e del Nucleo investigativo di Pavia, ha emesso il fermo per gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei quattro uomini, chiedendone poi la custodia in carcere fino al processo. Uno di loro avrebbe sferzato il colpo fatale di arma bianca, l’unico. Gli altri sono stati i complici, anche se la posizione di due di loro si è poi affievolita. Sono stati tutti condotti tutti nel carcere di Pavia, a disposizione dell’autorità giudiziaria, fino alla decisione del Giudice per le indagini preliminari Pasquale Villani, arrivata sabato. Flavius Micu, 39 anni, dovrà restare in custodia cautelare nel carcere di Torre del Gallo a Pavia. Per lui le accuse più gravi: quelle, cioè, di avere inferto la coltellata mortale. Disposti i domiciliari per Cosmin Radu, 43 anni. Liberi invece Paul Reznives, 40 anni, e Sorin Vinlea, 31 anni. Questi ultimi due hanno affermato che le macchie di sangue sui vestiti siano giustificabili con un tentativo di soccorrere la vittima. I quattro sono tutti difesi dall’avvocato Fabio Santopietro di Vigevano, che auspicava misure meno restrittive. I quattro indagati, ad ogni modo, erano coinvolti in un altro procedimento penale per una serie di furti in autostrada ai danni di camion e aziende. Sono stati alcuni residenti a chiamare i soccorsi, intorno a mezzanotte e mezza del 13 dicembre. Il personale della Croce Rossa ha tentato disperatamente di salvare il 33enne ma quest’ultimo, non domiciliato sul territorio italiano, è morto subito dopo l’aggressione. Quando è arrivata l’ambulanza il 33enne si trovava già in un lago di sangue, esanime. Non è neanche stato disposto il trasporto in ospedale, inutile. La ricostruzione degli inquirenti vede Doha arrivare a casa di Micu per un regolamento di conti dovuto a questioni passate, sempre legate al mondo della malavita. La situazione è degenerata subito, fino ad arrivare alla tragedia.